PANDEMIA
Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti e Fabio Sgroi
✶
03 08 - 29 09 2020
Curated by Adalberto Abbate, Maria Luisa Montaperto
Oratorio San Mercurio, Palermo
“Si fore vis sanus, ablue saepe manus”, che tradotto dal latino all’italiano diventa “se vuoi essere sano lavati spesso le mani”. Questa semplice ma imprenscindibile norma sanitaria, tratta da un precetto della Scuola medica salernitana del IX secolo, ci ha accompagnati nel corso del lockdown e continua ancora oggi ad essere tra le più importanti pratiche di protezione contro l’epidemia di Covid-19.
Questa norma è anche la frase che accompagna la videoinstallazione “Pandemia”, inserita nella rassegna Sacrosanctum, frutto del lavoro di quindici artisti – Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti e Fabio Sgroi – che lo scorso maggio hanno ricodificato il loro confinamento in un’esperienza visiva di forte impatto. L’opera sarà ospitata all’oratorio di San Mercurio di Palermo che riapre, per l’occasione, sabato 13 giugno, dalle 20 alle 24.
Organizzata dagli Amici dei Musei Siciliani e Spazio Rivoluzione, e a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto, “Pandemia”, vuole offrirsi – si legge in una nota – “come un primo segnale di vita per una città che ha osservato una rigida quarantena, ma che ora si appresta a ricercare nuove pratiche di socialità”.
“Spiazzati di fronte a un male sconosciuto – spiegano gli organizzatori – abbiamo fatto appello alla saggezza degli avi, riscoprendo pulsioni ataviche quali la paura e l’angoscia e rispolverando impulsi sopiti quali l’istinto di sopravvivenza e il senso di protezione verso gli affetti e la comunità. La nozione di confine ha acquisito e perso forza. Stretti entro i limiti della nostra abitazione abbiamo combattuto un virus che non conosce frontiere e le singole disavventure sono confluite in un’esperienza di ampiezza globale. Una disastrosa crisi ha imposto al mondo una pausa ma ha offerto al contempo un’occasione di riflessione e di crescita. Lo stesso termine “pandemia” (dal greco pan-dèmos, tutto il popolo), racchiude in sé una potenza disarmante, apocalittica e poetica al contempo, in grado di suggerire con efficacia la complessità del fenomeno”.
ENG
"Si fore vis sanus, ablue saepe manus", which translated from Latin into English becomes "if you want to be healthy, wash your hands often". This simple but essential health regulation, taken from a precept of the Salerno medical school of the ninth century, accompanied us during the lockdown and continues today to be among the most important protection practices against the Covid-19 epidemic.
This norm is also the phrase that accompanies the video installation "Pandemia", included in the Sacrosanctum review, the result of the work of fifteen artists - Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti and Fabio Sgroi - who last May recoded their confinement into a visual experience of strong impact. The work will be hosted in the oratory of San Mercurio in Palermo which reopens, for the occasion, on Saturday 13 June, from 8 pm to midnight.
Organized by the Friends of the Sicilian Museums and Spazio Rivoluzione, and curated by Adalberto Abbate and Maria Luisa Montaperto, "Pandemia" wants to offer itself - reads a note - "as a first sign of life for a city that has observed a strict quarantine, but which is now preparing to search for new social practices ".
"Disappointed in the face of an unknown evil - explain the organizers - we appealed to the wisdom of our ancestors, rediscovering atavistic impulses such as fear and anguish and dusting off dormant impulses such as the survival instinct and the sense of protection towards affections and the community. The notion of border has gained and lost strength. Squeezed within the limits of our home, we have fought a virus that knows no borders and the individual misadventures have merged into an experience of global breadth. A disastrous crisis has forced the world to pause but at the same time offered an opportunity for reflection and growth. The very term "pandemic" (from the Greek pan-dèmos, all the people), embodies a disarming, apocalyptic and poetic power at the same time, capable of effectively suggesting the complexity of the phenomenon ".
PANDEMIA
Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti e Fabio Sgroi
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03 08 - 29 09 2020
Curated by Adalberto Abbate, Maria Luisa Montaperto
Oratorio San Mercurio, Palermo
“Si fore vis sanus, ablue saepe manus”, che tradotto dal latino all’italiano diventa “se vuoi essere sano lavati spesso le mani”. Questa semplice ma imprenscindibile norma sanitaria, tratta da un precetto della Scuola medica salernitana del IX secolo, ci ha accompagnati nel corso del lockdown e continua ancora oggi ad essere tra le più importanti pratiche di protezione contro l’epidemia di Covid-19.
Questa norma è anche la frase che accompagna la videoinstallazione “Pandemia”, inserita nella rassegna Sacrosanctum, frutto del lavoro di quindici artisti – Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti e Fabio Sgroi – che lo scorso maggio hanno ricodificato il loro confinamento in un’esperienza visiva di forte impatto. L’opera sarà ospitata all’oratorio di San Mercurio di Palermo che riapre, per l’occasione, sabato 13 giugno, dalle 20 alle 24.
Organizzata dagli Amici dei Musei Siciliani e Spazio Rivoluzione, e a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto, “Pandemia”, vuole offrirsi – si legge in una nota – “come un primo segnale di vita per una città che ha osservato una rigida quarantena, ma che ora si appresta a ricercare nuove pratiche di socialità”.
“Spiazzati di fronte a un male sconosciuto – spiegano gli organizzatori – abbiamo fatto appello alla saggezza degli avi, riscoprendo pulsioni ataviche quali la paura e l’angoscia e rispolverando impulsi sopiti quali l’istinto di sopravvivenza e il senso di protezione verso gli affetti e la comunità. La nozione di confine ha acquisito e perso forza. Stretti entro i limiti della nostra abitazione abbiamo combattuto un virus che non conosce frontiere e le singole disavventure sono confluite in un’esperienza di ampiezza globale. Una disastrosa crisi ha imposto al mondo una pausa ma ha offerto al contempo un’occasione di riflessione e di crescita. Lo stesso termine “pandemia” (dal greco pan-dèmos, tutto il popolo), racchiude in sé una potenza disarmante, apocalittica e poetica al contempo, in grado di suggerire con efficacia la complessità del fenomeno”.
ENG
"Si fore vis sanus, ablue saepe manus", which translated from Latin into English becomes "if you want to be healthy, wash your hands often". This simple but essential health regulation, taken from a precept of the Salerno medical school of the ninth century, accompanied us during the lockdown and continues today to be among the most important protection practices against the Covid-19 epidemic.
This norm is also the phrase that accompanies the video installation "Pandemia", included in the Sacrosanctum review, the result of the work of fifteen artists - Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti and Fabio Sgroi - who last May recoded their confinement into a visual experience of strong impact. The work will be hosted in the oratory of San Mercurio in Palermo which reopens, for the occasion, on Saturday 13 June, from 8 pm to midnight.
Organized by the Friends of the Sicilian Museums and Spazio Rivoluzione, and curated by Adalberto Abbate and Maria Luisa Montaperto, "Pandemia" wants to offer itself - reads a note - "as a first sign of life for a city that has observed a strict quarantine, but which is now preparing to search for new social practices ".
"Disappointed in the face of an unknown evil - explain the organizers - we appealed to the wisdom of our ancestors, rediscovering atavistic impulses such as fear and anguish and dusting off dormant impulses such as the survival instinct and the sense of protection towards affections and the community. The notion of border has gained and lost strength. Squeezed within the limits of our home, we have fought a virus that knows no borders and the individual misadventures have merged into an experience of global breadth. A disastrous crisis has forced the world to pause but at the same time offered an opportunity for reflection and growth. The very term "pandemic" (from the Greek pan-dèmos, all the people), embodies a disarming, apocalyptic and poetic power at the same time, capable of effectively suggesting the complexity of the phenomenon ".